L’aristocrazia
nera che si nasconde dietro ai presidenti Usa
Scritto il
12/5/16 • nella Categoria: Recensioni Condividi
L’aristocrazia
nera, ovvero:storia occulta
dell’élite che da secoli controlla la guerra,
il culto, la cultura e l’economia. E’ il teama dell’ultima
indagine di Riccardo Tristano Tuis, saggista e musicista. Punto di partenza:
quali sono le origini della cosiddetta aristocrazia nera? Che cosa si nasconde
dietro ai simboli, l’araldica e le gesta di certi casati nobiliari? Che
rapporto hanno con il potere?
«Nel corso dei secoli – scrive
Tuis – i simboli e le religioni si sono trasformati in diábolos, strumenti
d’inganno per separare anziché essere impiegati nella loro funzione naturale di
unità (symbolon)», all’insegna del “divide et impera”, che «è stata da sempre
la regina delle strategie finalizzata al mantenimento del potere dell’aristocrazia
nera sul territorio». Poche famiglie, da sempre, controllano la nostra vita.
«Le radici della sanguinaria storia dell’aristocrazia nera, che
nel tempo prende le sembianze delle famiglie di banchieri europei legate alla
Chiesa e ad alcune specifiche casate reali eurasiatiche, vanno cercate al di
fuori dell’Europa, in popoli noti come Kazari,
Sarmati e Sadducei che a un certo punto conversero all’interno di un gruppo
noto come Ashkenaziti, mascherandosi come ebrei ortodossi o paladini della
Cristianità, raggiungendo le più alte cariche in tutta Europa».
Queste famiglie
– scrive Uno Editori – iniziarono a spartirsi gli Stati europei, dando così
vita a faide interne come quella dei guelfi e dei ghibellini e a uno scontro
diretto con tutti i loro oppositori, fino a giungere all’attuale costituzione
di un Nuovo Ordine Mondiale con il suo occulto controllo globale attraverso una
rete di organi sovranazionali, congregazioni religiose, corporazioni economiche
e di comunicazione di massa». L’autore mostra inoltre alcuni dei più intimi
segreti di questa oscura élite, smascherando l’intricata rete che lega le
religioni con i movimenti spirituali e le società segrete con la politica e
i servizi segreti. L’opera presenta come chiave di lettura il cosiddetto
“criptosimbolismo” – ossia lo studio del simbolo nei suoi diversi livelli di
significato e la sua applicazione occulta nella società – e di come sia stato
praticato da una élite originariamente proveniente dai “Popoli del mare” che
colonizzarono le aree in cui si fondarono la civiltà fenicia, del Mar Nero, della
Valle dell’Indo, nonché quelle sumera, cinese, egizia e mesoamericana, per poi
diversificarsi nei ceppi sarmato-sadduceo che diedero i natali all’élite
sacerdotale del Tempio della Palestina e dei cavalieri nomadi degli Urali, da
cui ebbero a loro volta origine le casate europee.
«Questa élite ha
rappresentato la casta sacerdotale, guerriera e mercantile del tessuto sociale
ove si infiltrava e ha sempre detenuto il potere religioso,
militare e finanziario e dunque politico fin dai tempi della Sumeria e
dell’antico Egitto», continua l’ediore. «Solo negli ultimi secoli il suo potere si
è esteso al punto che, per proteggersi, si è dovuta celare sotto falsi nomi e
mansioni, senza così esporsi all’attenzione delle masse, tranne nel caso dei
reali inglesi che sono pubblicamente a capo dello Stato e della Chiesa
anglicana, caso che si ripresenta anche in Norvegia e Andorra». L’aristocrazia
nera, infatti, «fa di tutto per mantenere nascoste le sue oscure origini e le
sue trame per manipolare la storia: troppo spesso i tiranni o dittatori
che muoiono ghigliottinati, fucilati o per mano della folla sono in realtà solo
dei burattini, teleguidati dai veri governanti che si nascondono dietro di
loro». Attraverso il Sacro Romano Impero, sostiene Tuis, questa élite occulta
conquistò l’Europa e alcune aree limitrofe, poi
con le Repubbliche marinare si espanse nel Mediterraneo ed esplorò nuove aree
di colonizzazione, infine con l’Impero britannico raggiunse tutti e cinque i
continenti che, attualmente, sono per la maggior parte posti sotto il
protettorato militare degli Stati Uniti d’America.
«Se gli Stati
Uniti sono divenuti il braccio armato dell’aristocrazia nera, restano al
momento ancora Roma e Londra le due capitali del loro potere».
Spiegazione: «Roma è la caput mundi del culto in tutte le sue diversificazioni,
mentre Londra è la stanza dei bottoni in cui si controlla il mondo attraverso
l’ingegneria sociale, l’alta finanza e il signoraggio bancario».
Quella dei grandi banchieri internazionali, che stampano moneta privata e la
vendono agli Stati, «è la secolare truffa che ha permesso ad alcune specifiche
famiglie di acquisire i mercati, i monopoli, le Repubbliche e monarchie
infiltrandosi nelle casate europee al punto da sostituirsi a buona parte di
esse». L’autore mostra come le famiglie di banchieri europei, legate alla
Chiesa e ad alcune specifiche casate reali, non siano realmente europee ma
provengano invece da alcune popolazioni asiatiche. «Tutti i presidenti degli
Stati Uniti d’America provengono dalla schiatta dei Plantageneti, nello specifico
da Re Giovanni d’Inghilterra». E la casata dei Plantageneti «è in realtà una
ramificazione guelfa di quella che è stata la potente e stratificata casata
europea, l’aristocrazia nera per eccellenza:
i Welfen».
(Il libro:
Riccardo Tristano Tuis, “L’aristocrazia nera. La storia occulta
dell’elite che da secoli controlla la guerra,
il culto, la cultura e l’economia”, Uno Editori, 350
pagine, euro 16,70).
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