Il
golpe mediatico di Hillary, nostra signora della guerra
«Tecnicamente
non è un colpo di Stato, certo, ma gli somiglia tanto». Quel che si è compiuto
in queste ore intorno alla candidatura di Hillary Clinton, scrive Pino Cabras,
è abbastanza simile a quanto accade ovunque, nell’Occidente in crisi:
«Le oligarchie hanno bisogno della cerimonia rassicurante e ratificante del
voto, ma non vogliono che il suffragio popolare possa mai disturbare le loro
decisioni». Così non hanno aspettato che la California, il boccone più grosso
del piatto elettorale delle primarie Usa, potesse sconfiggere la sempre più traballante
Hillary fiaccata dagli scandali, ed esprimere così una possibile alternativa
nella persona del “socialista” Bernie Sanders. «Non volevano trovarsi in
imbarazzo, con i cosiddetti “superdelegati” (i notabili di partito non espressi
dal voto delle primarie) costretti a imporsi sulla volontà degli elettori solo
a cose fatte, con un Sanders in grado di contestarli energicamente».
Perciò,
aggiunge Cabras su “Zero Consensus”, le “cose fatte” le han volute fare loro:
«Hanno proclamato la nomination in anticipo, hanno dettato la grande notizia al
sistema mediatico mettendo a tacere il resto, e al diavolo gli elettori
democratici». Non c’è che dire, «un bell’assaggio di quel che sarebbe una
presidenza in mano alla candidata preferita da Wall Street e dai superfalchi
neoconservatori». Cabras mette in evidenza la titolazione di “Repubblica”,
attorno al report di Federico Rampini: “Usa,
Hillary vince la nomination. Prima donna, momento storico. Sarà la candidata
democratica alla Casa Bianca”. A ancora: “Figlie, potete diventare tutto, anche
presidente”. Dulcis in fundo, anche la chiosa del presidente uscente: “Obama
chiede a Sanders di ritirarsi e unire il partito”.
In questo
quadro, osserva Cabras, il coro dei media occidentali non trova di meglio che
esaltarsi per la “prima volta di una nomination di una donna”. «C’è da capire
la valenza del simbolo, ma Hillary non è un simbolo: è un individuo specifico,
una personalità politica concretamente distinguibile per i
suoi comportamenti, già sperimentata nel suo ruolo di Segretaria di Stato,
quando ha preso decisioni politiche che hanno acceso nuove guerre». Le risate
della Clinton alla notizia dell’uccisione di Gheddafi, il “traffico di
jihadisti” dalla Libia alla Siria, con corredo di armi chimiche. «Il caos che
ha voluto creare ha ucciso donne: innocenti e a migliaia», conclude Cabras.
«Potrebbero diventare milioni, se potesse applicare le sue idee sul Medio
Oriente e sul rapporto fra Europa e Russia».
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