Labels

SUPPORT JULIAN ASSANGE

Monday, September 2, 2019

IT – Manlio Dinuccin -- L’arte della guerra -- Amazzonia, gli incendiari gridano al fuoco

View image on Twitter

Per visualizzare gli incendi in tutto il pianeta via satellite, fare clic su
https://firms.modaps.eosdis.nasa.gov/map/#z:2;c:100.7,29.1;d:2019-09-01..2019-09-02


L’arte della guerra
Amazzonia, gli incendiari gridano al fuoco
Manlio Dinucci

Di fronte al dilagare degli incendi in Amazzonia, il vertice del G7 ha cambiato la sua agenda per «affrontare l’emergenza». I Sette – Francia, Germania, Gran Bretagna, Italia, Giappone, Canada e Stati uniti – hanno assunto, insieme all’Unione europea, il ruolo di vigili del fuoco planetari.

Il presidente Macron, in veste di capo pompiere, ha lanciato l’allarme «la nostra casa è in fiamme». Il presidente Trump ha promesso il massimo impegno statunitense  nell’opera di spegnimento.

 I riflettori mediatici si concentrano sugli incendi in Brasile, lasciando in ombra tutto il resto. Anzitutto il fatto che ad essere distrutta non è solo la foresta amazzonica (per i due terzi brasiliana), ridottasi nel 2010-2015 di quasi 10 mila km2 l’anno,  ma anche la foresta tropicale dell’Africa equatoriale e quella nell’Asia sud-orientale. Le foreste tropicali hanno perso, in media ogni anno, una superficie equivalente a quella complessiva di Piemonte, Lombardia e Veneto.

Pur differendo le condizioni  da zona a zona, la causa fondamentale è la stessa: lo sfruttamento intensivo e distruttivo delle risorse naturali per ottenere il massimo profitto.

In Amazzonia si abbattono gli alberi per ricavarne legname pregiato destinato all’esportazione. La foresta residua viene bruciata per adibire tali aree a colture e allevamenti destinati anch’essi all’esportazione. Questi terreni molto fragili, una volta degradati, vengono abbandonati e si deforestano quindi nuove aree. Lo stesso metodo distruttivo viene adottato, provocando gravi danni ambientali, per sfruttare  i giacimenti amazzonici di oro, diamanti, bauxite, zinco, manganese, ferro, petrolio, carbone. Contribuisce alla distruzione della foresta amazzonica anche la costruzione di immensi bacini idroelettrici, destinati a fornire energia per le attività industriali.

Lo sfruttamento intensivo e distruttivo dell’Amazzonia viene praticato da compagnie brasiliane, fondamentalmente controllate – attraverso partecipazioni azionarie, meccanismi finanziari e reti commerciali – dai maggiori gruppi multinazionali e finanziari del G7 e di altri paesi.


Ø  Ad esempio la JBS, che possiede in Brasile 35 impianti di lavorazione di carni dove si macellano 80 mila bovini al giorno, ha importanti sedi in Usa, Canada e Australia, ed è  largamente controllata attraverso quote del debito dai gruppi finanziari creditori: la JP Morgan (Usa), la Barclays (GB) e le finanziarie della Volkswagen e Daimler (Germania).

Ø  La Marfrig, al secondo posto dopo la JBS, appartiene per il 93% a investitori statunitensi, francesi, italiani e ad altri europei e nordamericani.


Ø  La Norvegia, che oggi minaccia ritorsioni economiche contro il Brasile per la distruzione dell’Amazzonia, provoca in Amazzonia gravi danni ambientali e sanitari con il proprio gruppo multinazionale Hydro (per la metà di proprietà statale) che sfrutta i giacimenti di bauxite per la produzione di alluminio, tanto che è stato messo sotto inchiesta in Brasile.

I governi del G7 e altri, che oggi criticano formalmente  il presidente brasiliano Bolsonaro per pulirsi la coscienza di fronte alla reazione dell’opinione pubblica, sono gli stessi che ne hanno favorito l’ascesa al potere perché le loro multinazionali e i loro gruppi finanziari abbiano le mani ancora più libere nello sfruttamento dell’Amazzonia.

Ad essere attaccate sono soprattutto le comunità indigene, nei cui territori si concentrano le attività illegali di deforestazione. Sotto gli occhi di Tereza Cristina, ministra dell’agricoltura di Bolsonaro, la cui famiglia di latifondisti ha una lunga storia di occupazione fraudolenta e violenta delle terre delle comunità indigene.  

 il manifesto, 3 settembre 2019



Manlio Dinucci
Geografo e geopolitologo. Libri più recenti: Laboratorio di geografia, Zanichelli 2014 ; Diario di viaggio, Zanichelli 2017 ; L’arte della guerra / Annali della strategia Usa/Nato 1990-2016, Zambon 2016, Guerra Nucleare. Il Giorno Prima 2017; Diario di guerra Asterios Editores 2018; Premio internazionale per l'analisi geostrategica assegnato il 7 giugno 2019 dal Club dei giornalisti del Messico, A.C.


No comments:

assange



At midday on Friday 5 February, 2016 Julian Assange, John Jones QC, Melinda Taylor, Jennifer Robinson and Baltasar Garzon will be speaking at a press conference at the Frontline Club on the decision made by the UN Working Group on Arbitrary Detention on the Assange case.

xmas





the way we live

MAN


THE ENTIRE 14:02' INTERVIEW IS AVAILABLE AT

RC



info@exopoliticsportugal.com

BJ 2 FEV


http://benjaminfulfordtranslations.blogspot.pt/


UPDATES ON THURSDAY MORNINGS

AT 08:00h UTC


By choosing to educate ourselves and to spread the word, we can and will build a brighter future.

bj


Report 26:01:2015

BRAZILIAN

CHINESE

CROATIAN

CZECK

ENGLISH

FRENCH

GREEK

GERMAN

ITALIAN

JAPANESE

PORTUGUESE

SPANISH

UPDATES ON THURSDAY MORNINGS

AT 08:00 H GMT


BENJAMIN FULFORD -- jan 19





UPDATES ON THURSDAY MORNINGS

AT 08:00 H GMT

PressTV News Videos