L’arte
della guerra
Il «partito americano» nelle istituzioni
Ue
«La Russia non può più essere considerata
un partner strategico e l’Unione europea deve essere pronta a imporle ulteriori
sanzioni se essa continua a violare il diritto internazionale»: così stabilisce
la risoluzione approvata dal Parlamento europeo il 12 marzo con 402 voti a
favore, 163 contro e 89 astensioni.
La risoluzione, presentata dalla
parlamentare lettone Sandra Kalniete, nega
anzitutto la legittimità delle elezioni presidenziali in Russia, definendole
«non-democratiche», presentando così il presidente Putin come un usurpatore.
Ø Accusa la Russia non solo di «violazione
dell’integrità territoriale dell’Ucraina e della Georgia», ma dell’«intervento
in Siria e dell’interferenza in paesi come la Libia», e, in Europa, di
«interferenza mirante ad influenzare le elezioni e ad accrescere le tensioni».
Ø Accusa
la Russia di «violazione degli accordi di controllo degli armamenti»,
attribuendole la responsabilità di aver affossato il Trattato Inf.
Ø La accusa
inoltre di «estese violazioni dei diritti umani al suo interno, comprese
torture ed esecuzioni extragiudiziali», e di «assassini
compiuti da suoi agenti con armi chimiche sul suolo europeo».
Al termine di queste e altre accuse, il
Parlamento europeo dichiara che il Nord Stream 2, il gasdotto destinato a
raddoppiare la fornitura di gas russo alla Germania attraverso il Mar Baltico,
«deve essere fermato perché accresce la dipendenza della Ue dalle forniture
russe di gas, minacciando il suo mercato interno e i suoi interessi
strategici».
La risoluzione del Parlamento europeo
ripete fedelmente, non solo nei contenuti ma nelle stesse parole, le accuse che
Usa e Nato rivolgono alla Russia. E, cosa più importante, ripete
fedelmente la richiesta di bloccare il
Nord Stream 2: obiettivo della strategia di Washington mirante a ridurre le
forniture energetiche russe all’Unione europea per sostituirle con quelle
provenienti dagli Stati uniti o comunque da compagnie statunitensi.
Nello
stesso quadro rientra la comunicazione della Commissione europea ai paesi
membri, tra cui l’Italia, intenzionati ad aderire alla iniziativa cinese
della Nuova Via della Seta:
Ø La Commissione
li avverte che la Cina è un partner ma anche un concorrente economico e, cosa
della massima importanza, «un rivale sistemico che promuove modelli alternativi
di governance», in altre parole modelli alternativi alla governance finora
dominata dalle potenze occidentali.
Ø La
Commissione avverte che occorre anzitutto «salvaguardare
le infrastrutture digitali critiche da minacce potenzialmente serie alla sicurezza», derivanti da reti 5G fornite da società cinesi come la
Huawei messa al bando negli Stati uniti.
Ø La Commissione europea ripete fedelmente l’avvertimento degli
Stati uniti agli alleati.
Il Comandante Supremo
Alleato in Europa, il generale Usa Scaparrotti, ha avvertito che le reti mobili
ultraveloci di quinta generazione svolgeranno un ruolo sempre più importante
nelle capacità belliche della Nato, per cui non sono ammesse «leggerezze» da parte degli alleati. Tutto ciò conferma quale sia l’influenza che esercita il «partito
americano», potente schieramento trasversale che orienta le politiche
dell’Unione lungo le linee strategiche Usa/Nato.
Costruendo la falsa immagine di una Russia
e una Cina minacciose, le istituzioni Ue preparano l’opinione pubblica ad
accettare ciò che gli Usa stanno preparando per «difendere» l’Europa:
Gli Stati uniti – ha dichiarato alla CNN
un portavoce del Pentagono – si preparano a testare missili balistici con base
a terra (proibiti dal Trattato INF affossato da Washington), cioè nuovi
euromissili che faranno di nuovo dell’Europa la base e allo stesso tempo il bersaglio
di una guerra nucleare.
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